giovedì 17 luglio 2008

Rob Minuscoli percorre un’impervia strada di montagna che porta verso minuscole frazioni dimenticate dall'uomo, dove l'asfalto cede il posto allo sterrato e tutto sembra rimasto cinquant'anni addietro: lampioni a forma di scodella, pali di legno sbiaditi, vecchi parapetti in pietra ricoperti di muschio… e segnali stradali arrugginiti, incrostati, seminascosti dalla vegetazione, stampati con simboli obsoleti. Ce n'è uno con due frecce divergenti: la vernice crepata dal tempo ricorda le venature di una foglia secca. Non si riesce a togliervi lo sguardo.

Improvvisamente succede qualcosa, movimenti inattesi, spostamenti surreali e fugaci.

Rob sembra non comprendere se questo avvenga intorno a sé o soltanto nella sua testa.

Poi capisce.

I segnali stradali, stanchi di essere tali, stanchi delle strade dove l’uomo li ha relegati per sempre, stanno mettendo in atto la loro piccola rivoluzione. Rob li vede prendere coscienza delle proprie enormi potenzialità simboliche, abbandonare le lingue d’asfalto, inoltrarsi nella vicina boscaglia, raggiungere gli anfratti più remoti e silenziosi fino a fondersi con la nuova realtà rupestre.

La vernice si scrosta (una sorta di desquamazione purificatrice) lasciando il posto ai colori più complessi e indefinibili della selva.

Liberi, finalmente, iniziano una nuova esistenza più pura,

più alta.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Azzarderei un’ipotesi che travalica i confini del tempo. Questi paradossali e post-razionali segnali ecologici ideati dal Minuscoli potrebbero benissimo essere eretti in un remoto futuro. Immaginiamo: sulla terra, terminate le risorse energetiche e scomparso l'uomo, vige un nuovo ordine di cose, con nuove leggi, nuovi valori. E la nuova specie dominante parla un linguaggio sublimato, vive in simbiosi col tutto...